Confindustria in più occasioni ha ribadito la necessità di non abbandonare lo strumento dei crediti di imposta a sostegno delle imprese sul fronte energetico.
Sulla base di calcoli effettuati, il rinnovo non avrebbe avuto un impatto negativo sulle casse dello Stato potendosi, come vedremo più avanti, utilizzare gli accantonamenti effettuati per il I trimestre 2023 eppure – nonostante i ripetuti appelli di Confindustria al Governo perché si rinnovassero i crediti di imposta per l’energia e il gas anche per il III trimestre 2023 – la nostra richiesta non è stata accolta.
Di seguito sono riportate alcune valutazioni in merito al fabbisogno finanziario relativo al rinnovo delle misure dei crediti di imposta per i mesi di ottobre e novembre 2023.
Nella prima parte della tabella (sotto riportata) sono evidenziati gli accantonamenti di finanza pubblica previsti dal Governo per l’attuazione della misura del credito di imposta per il I e II trimestre del 2023. Confrontando i valori stanziati per la misura, in particolare nel I trimestre, con riferimento alla stima del fabbisogno effettivo (grazie alla consistente riduzione del prezzo dell’energia elettrica nella prima parte del 2023) emerge un “avanzo” di circa 4,94 Mld/€.
Nella seconda parte della tabella è stata effettuata una simulazione del fabbisogno necessario di copertura finanziaria per estendere il meccanismo del credito di imposta al settore manifatturiero (senza distinzione alcuna tra “energivori” e “non energivori” per il settore elettrico e “gasivori” e “non gasivori” per il settore gas) nel caso di una aliquota del 20%, del 15 % e del 10%.
La stima del fabbisogno finanziario sulla base dei prezzi forward per i mesi di ottobre e novembre 2023, con un’aliquota del 20%, è pari a 324 Mln € per il gas e 403 Mln € per l’energia elettrica. La stima del fabbisogno sulla base dei prezzi forward per i mesi di ottobre e novembre 2023, con un’aliquota del 15%, è pari a 243 Mln € per il gas e 303 Mln € per l’energia elettrica mentre, nel caso di un’aliquota del 10%, è pari a 162 Mln € per il gas e 202 Mln € per l’energia elettrica.
In sintesi, l’applicazione di un credito di imposta per i mesi di ottobre e novembre applicato ai consumi manifatturieri gas ed elettricità (senza distinzione di intensità energetica) dei mesi ottobre e novembre 2023 comporterebbe complessivamente il seguente fabbisogno di spesa:
1) Credito di Imposta al 20% un fabbisogno stimabile in 727 Mln/€
2) Credito di Imposta al 15%, un fabbisogno stimabile di 546 Mln/€;
3) Credito di Imposta al 10%, un fabbisogno stimabile di 364 Mln/€.
Analisi copertura della misura in relazione ai residui delle misure energia per i mesi di ottobre e novembre 2023
Con le analisi effettuate viene stimato l’utilizzo dell’“avanzo” pari a 4,94 Mld/€ del primo trimestre 2023 rispetto alle misure previste per il secondo trimestre 2023 dagli articoli 1-4 del DL 34/20231. L’importo di tutte le misure elencate in tabella per il II trimestre ha comportato una stima di spesa pari a 3,6 Mld/€. Considerando il finanziamento a carico del bilancio CSEA (per i bonus sociali) pari a 405 Mln/€, ne deriva un finanziamento a carico della fiscalità generale pari 3,2 Mld/€. Sottraendo quest’ultimo importo dai residui del primo trimestre 2023 pari 4.9 Mld/€, residuano fondi pari a 1,8 Mld/€. Tuttavia, questo calcolo è prudenziale in quanto tra le misure previste dal DL 34/2023 troviamo all’art. 3 (“Contributo in quota fissa in caso di prezzi elevati di gas”) una misura che prevede per il IV trimestre un contributo ai clienti residenziali domestici (non percettori del “bonus sociale”) quanto la media dei prezzi di mercato dovesse superare il valore di 45 €/MWh. Per questa misura sono stati stanziati per il IV trimestre 1 Mld/€: oggettivamente si tratta di una somma fortemente sovrastimata. Infatti, considerando le quotazioni Winter 2023 del TTF gas pari a 50,57 €/MWh e ipotizzando di coprire l’intero consumo domestico del periodo stimabile in circa 92.480.556 MWh (ovvero circa 8,45 Mld/Smc inclusi i consumi domestici con Bonus Sociale) sarebbe necessario un accantonamento non superiore a 515 Mln/€. Questo significa che l’avanzo più probabile, dopo la copertura delle misure per il secondo trimestre ammonterebbe a circa 2,3 Mld/€.
Nella tabella sono inoltre considerati gli importi relativi alle misure per contrastare il “caro energia” previsti dal DL 79/2023. Complessivamente queste misure prevedono un impegno di spesa stimata per 884,31 Mln/€, di cui 110 a carico del bilancio della CSEA che comporta un fabbisogno di finanziamento in termini di fiscalità generale per 774,31 Mln/€, sottraendo quest’ultimo importa dai residui del primo trimestre 2023 pari 4.9 Mld/€, residuano fondi pari a 1,8 Mld/€. Pertanto, considerando gli impegni effettivi di fiscalità generale per il II trim. (3.168,44 Mln/€) e III trim. (774,31 Mln/€) è possibile stimare un residuo di fondi complessivo pari a 997,25 Mln/€ (ovvero 1.477,25 Mln/€, se consideriamo la sovrastima del contributo previsto dall’art 3 del DL 34/2023 “Contributo in quota fissa in caso di prezzi elevati di gas”)
Questi fondi consentirebbero la copertura delle misure di rinnovo del credito di imposta per i mesi di ottobre e novembre 2023 pari a 727 Mln/€ (nel caso di credito di imposta al 20%), a 546 Mln/€ (nel caso di credito di imposta al 15%) e a 364 Mln/€ (nel caso di credito di imposta al 10%).
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