Il MEF ha pubblicato i dati sul pagamento dei debiti della PA aggiornati al 20 luglio 2015. Da tale monitoraggio emerge che sono stati pagati debiti nei confronti dei creditori per 38,6 miliardi, con un incremento di 2,1 miliardi rispetto
alla precedente rilevazione del 30 gennaio 2015.
Le risorse erogate alle PA affinché estinguano i loro debiti scaduti ammontano, invece, a 44,6 miliardi, pari al 79% dei 56,3 miliardi complessivamente messi a disposizione dal DL 35/2013, dal DL 102/2013 e dal DL 66/2014 (l’incremento rispetto alla rilevazione di fine gennaio è di 1,8 miliardi).
Di seguito la tabella di sintesi predisposta dal MEF, suddivisa per tipologia di amministrazione, sulle risorse rese disponibili e sui pagamenti effettuati (valori in milioni di euro).
Enti debitori
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Risorse stanziate
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Risorse erogate agli enti debitori
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Pagamenti effettuati ai creditori
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Stato
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7.000
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5.700
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5.780
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Regioni e Province autonome
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33.189
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27.187
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23.312
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Province e Comuni
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16.100
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11.788
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9.594
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Totale
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56.289
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44.675
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38.685
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% sul totale delle risorse stanziate
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79%
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69%
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In relazione a tali dati, il MEF ha sottolineato che ”rispetto al picco del debito commerciale, stimato dalla Banca d’Italia a fine 2012 in circa 91 miliardi, risulterebbe quindi assorbita dagli enti debitori una somma corrispondente al picco di debito considerato scaduto e in ritardo di pagamento (secondo la Banca d’Italia “poco più della metà” del debito complessivo)”.
Sul tema dei pagamenti dei debiti della PA, segnaliamo, inoltre, la recente sentenza della Corte Costituzionale (n. 181/2015), che ha dichiarato l’illegittimità costituzionale di tre norme finanziarie della Regione Piemonte. In particolare, la sentenza rileva come il risultato di bilancio della Regione – e quindi l’ammontare effettivo del disavanzo – sia stato alterato anche dall’utilizzo improprio – come fonti di finanziamento del pregresso disavanzo di amministrazione e di alcune nuove spese in materia sanitaria – delle risorse erogate dallo Stato ai sensi del DL 35. In attesa dell’esito dell’ulteriore controllo da parte della Corte dei Conti, a cui è attualmente rimessa la questione, Confindustria sta analizzando la sentenza e le sue potenziali ripercussioni a livello nazionale.
Inoltre, il MEF ha reso noti – tramite uno specifico “cruscotto” consultabile al link http://www.mef.gov.it/focus/article_0003.html – i primi dati relativi al pagamento delle fatture registrate sulla Piattaforma per la Certificazione dei Crediti (PCC), a partire dal 1 luglio 2014.
In proposito, sottolineiamo che, a seguito dell’entrata in vigore della fatturazione elettronica e delle norme introdotte dal DL 66/2014, la PCC è diventata anche una piattaforma di monitoraggio dei crediti commerciali verso le PA. In particolare, ricordiamo che il DL 66 ha previsto (articoli 25 e 27), a far data dal 1° luglio 2014, quanto segue:
– l’obbligo per le PA di comunicare tramite la PCC le informazioni relative alla ricezione, alla registrazione e al pagamento delle singole fatture (importi liquidati, sospesi e non liquidabili). A partire dall’entrata in vigore della fatturazione elettronica (6 giugno 2014 per diverse PA centrali e 31 marzo 2014 per le PA locali e le restanti PA centrali), le informazioni relative all’invio delle fatture da parte dei fornitori e alla ricezione delle stesse da parte delle PA vengono automaticamente trasmesse alla PCC dal Sistema di Interscambio dell’Agenzia delle Entrate
– l’obbligo per le PA di comunicare, entro il 15 di ciascun mese, le informazioni relative ai debiti non estinti certi, liquidi ed esigibili, per i quali nel mese precedente sia stato superato il termine di scadenza, senza che ne sia stato disposto il pagamento. Il mancato rispetto di tali obblighi è rilevante ai fini della misurazione e della valutazione della performance individuale del dirigente responsabile e comporta le responsabilità dirigenziali e disciplinari previste dagli articoli 21 e 55 del d.lgs. 165/2001, in particolare, mancato rinnovo o revoca incarico.
In particolare, il MEF, per il periodo 1° luglio 2014 – 30 giugno 2015, ha divulgato i seguenti dati:
– enti pubblici registrati: oltre 20.000, di cui solo il 28% – circa 5.500 enti pubblici – viene definito dal MEF come “attivo”, ossia composto da enti che forniscono informazioni su più del 75% delle fatture registrate;
– fatture registrate: 8 milioni di fatture per un importo di 46 miliardi di euro;
– fatture pagate: 2 milioni di fatture per un importo di 10 miliardi di euro, di cui il 45% riferito ai soli enti pubblici attivi;
– tempo medio di pagamento: 40 giorni, 32 giorni nel caso degli enti pubblici attivi.
In relazione a tali dati, il MEF sottolinea tuttavia che gli stessi sono ancora insufficienti ai fini di una ricognizione puntuale ed esaustiva dell’andamento dei pagamenti PA, in quanto non tutte le amministrazioni assolvono agli obblighi succitati e, quelle che provvedono, sono generalmente le più “virtuose” anche con riferimento ai tempi di pagamento. In proposito, il cruscotto contiene anche un elenco che indica i 100 enti pubblici più efficienti.
Pertanto, il MEF evidenzia, da un lato, che il numero e l’importo delle fatture effettivamente pagate è sicuramente superiore al dato indicato, dall’altro, che anche il tempo medio di pagamento effettivo del totale delle fatture è con ogni probabilità più lungo di quello indicato.
Obiettivo del MEF è disporre della quasi totalità delle informazioni necessarie ai fini di un monitoraggio completo sui pagamenti delle PA entro giugno 2017, e di pubblicare nei prossimi aggiornamenti anche l’elenco delle PA che non adempiono i predetti obblighi di comunicazione.